Ciao amici tennisti di tutta Italia.
A tennis se rubi una palla all’avversario, se cerchi di fregare l’arbitro, se fai qualsiasi cosa illecita per vincere sei considerato un ladro. A calcio il contrario. Tutte le domeniche ci sono esempi di calciatori che fanno finta di essere stati vittima di un fallo per trarne vantaggio. Se ci riescono, vengono osannati dai propri tifosi, specie se la punizione assegnata si tramuta in goal.
La maggior parte dei tornei di tennis minori viene giocata senza arbitro e, più si alza il livello, meno contestazioni ci sono. Il giocatore che “ruba” viene considerato molto male e isolato dal gruppo. Dopo questo breve paragone tra due sport popolari, voglio considerare il motivo che mi ha suggerito il titolo di questo articolo.
I vantaggi del tennis: sport comodo da organizzare a livello amatoriale. Telefono ad un amico o, semplicemente vado al circolo e in un’ora ho fatto sport. Se so giocare, vado in qualsiasi parte del mondo e trovo un avversario che ha voglia di fare una partita.
Per i genitori è una fortuna se i propri figli si appassionano al tennis. Li portano al club vicino a casa e sanno che sono al sicuro in un ambiente sano, spesso verde e, comunque all’aria aperta. Al circolo si fanno amicizie, i maestri insegnano non solo tennis ma regole fondamentali per rapportarsi in modo corretto con gli altri. Lealtà, spirito di squadra, sacrificio, rispetto per gli avversari.
Non riuscirei ad immaginare la mia vita al di fuori di un circolo di tennis che frequento dall’età di 6 anni. Corrado Barazzutti , Roberto Lombardi ed io, insieme a tanti altri bambini, diventati successivamente forti giocatori e giocatrici di prima e seconda categoria, passavamo l’estate, dal mattino alla sera al Tennis Club Alessandria.
Per pranzo tornavamo a casa (Corrado e Roberto abitavano di fronte all’ingresso del club), non si usava pranzare fuori (pochi soldi) ed alle 14.30 di nuovo in campo. Ore ed ore a fare partite, giocare contro il muro (purtroppo in disuso) e cimentarsi a qualsiasi cosa che fosse di movimento. Avevamo un maestro, Beppe Cornara che, se ci vedeva fermi a “battere la canna”, erano guai.
Scusate questo breve inciso ma sono ricordi indelebili di una vita meravigliosa trascorsa sui campi da tennis in un piccolo ma grande circolo. Questo è uno dei motivi principali per i quali, la passione per il tennis, per i genitori ed i giovani è una benedizione.
I più dotati continuano a giocare dandosi all’agonismo, fanno tornei, vanno in giro per l’Italia e all’estero, dove l’esperienza di vita prosegue nella sua naturale crescita. Si formano nuove amicizie extra cittadine e ci si accorge,ahimè in poco tempo, che si diventa grandi.
Molti smettono per proseguire gli studi, altri proseguono per poi tramutare la loro esperienza agonistica in un lavoro, forse il più bello: il maestro di tennis. Quelli che smettono, quasi sempre, al termine degli studi, riprendono a giocare, fanno gare ed avviano la vita dei propri figli in un circolo nuovo, ora magari con piscina, palestra, sauna ecc.
Si entra in un circolo vizioso che coinvolge intere famiglie, intere generazioni. Spesso nei club si possono trovare bambini genitori e nonni. Che meraviglia, tutti uniti da uno sport che si può giocare fino alla vecchiaia, uno sport che ti tiene giovane.
Evviva il tennis!
