Jo-Wilfried Tsonga: il Re Leone di Francia

Pubblicato da Giovanni Carnaroli

Gioca da tanto tempo, il re leone francese Jo-Wilfried Tsonga e ha sempre giocato molto bene, un tennis completo serve and volley spettacolare che metteva in risalto le sue qualità fisiche eccezionali ma anche quelle tecniche. Basta vedere la potenza del suo servizio e il suo smash, per non parlare delle sue volée con tuffo il cui copyright è però di Adriano Panatta e di Boris Becker. Quest’anno 2017 ha vinto quattro tornei, ha vinto tutte quante le finali: meglio di lui hanno fatto solo Federer e Nadal! La sua compagna è forse una tra le più belle compagne dei tennisti famosi: mora, riccia ed inconsapevolmente sensuale…

Tsonga

Su Jo voglio riportare un giudizio virgolettato de Andrea Scanzi, giornalista politico ma anche intenditore e appassionato di sport:

Dritto che è maglio, servizio che è devastazione, gioco di volo e copertura come ce ne sono (oggi) pochi. Ganci e uppercut come se piovesse. Ha una mano, parafrasando Mario Brega, che può essere piuma o ferro. Fluttua come una farfalla e punge come un’ape (anche se a volte fluttua come un pachiderma e punge come un calabrone). Ogni suo match è spettacolo nello spettacolo. E quella somiglianza impressionante con The Greatest lo rende ancora più irrinunciabile. Andrea Scanzi.

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Chi é Jo-Wilfried Tsonga

È il re leone di Francia, è francese ed ha tanti pregi ma ha un difetto: non ha ancora vinto il Roland Garros e i francesi è tanto tempo che aspettano di vedere un francese vincere a Parigi. L’ultimo è stato Yannick Noah, un altro tennista serve and volley, adorato dai francesi! Jo Wilfried è alto 1.90, atletico, ma potrei dire anche possente. Ha un viso grande e non poteva che essere così: in lui tutto è grande o esteso, le braccia e le gambe sono vere terminali di una vera e propria penisola, i piedi rappresentano una estrema periferia, un po’ come Lampedusa per l’Italia. I capelli sono ricci, crespi, molto presenti e neri. Sono capelli che ‘stanno molto sul pezzo’ e lasciano una fronte spaziosa libera ed indipendente, anche senza referendum. Gli occhi sono grandi ed espressivi dei sentimenti che percorrono le persone nel corso della giornata. Il naso è visibile e presente, sta lì in mezzo e termina a mò di capanna dello zio Tom. La bocca è larga ed abitata da denti che mostrano un ghigno da paura nell’atto dell’agonismo ed anche una grande soddisfazione in caso di sorriso compiaciuto. Il linguaggio del corpo è molto manifesto e per lo più attinente alla tipologia del suo gioco. Cammina in modo sbrigativo e sfrontato, come chi non vede l’ora di ‘fartela pagare’, di impartirti una lezione di tennis.

I suoi Colpi

È sbrigativo nell’iniziare il gioco, se pensiamo tutto il tempo che impiega la Sharapova prima di servire o tutti i tic che deve attuare Nadal anche lui prima di eseguire il servizio lui farebbe in tempo a giocare almeno due scambi. Il servizio è potente ed efficace, contribuisce a rendere spettacolare il suo gioco a rete: è si, perché poi con quella battuta scende a rete e lì esegue colpi al volo altrettanto bello e spettacolari. Il diritto è potente e con questo apre il campo, particolarmente con il diritto a sventaglio. Il colpo meno efficace è il suo rovescio, eseguito a due mani; nel gioco a rete è a suo agio, alto com’è con quella apertura alare è difficile ‘passarlo’. Avendo un tennis estremamente offensivo deve essere in forma per svolgere il suo tennis d’attacco, anche perché non ce lo vedrei mai a praticare un gioco conservativo da fondo campo: Jo è nato capitano, mica potrebbe fare il mozzo su nave e neanche il mulo da campo.

tsonga colpisce pallina

Se non avesse fatto il Tennista…

Jo è nato attaccante, se fosse soldato salterebbe la trincea al grido ‘all’attacco’ dando l’esempio ai suoi soldati. Se non fosse tennista avrebbe potuto fare lo stuntman nelle scene pericolose dei film; se gli mettessimo una benda ad un occhio e se si bardasse con una fascia nera la fronte potrebbe fare il pirata dei Caraibi; potrebbe fare benissimo il domatore dei leoni al circo: non avrebbe paura perché anche lui è un Leone e saprebbe come farsi intendere. Potrebbe fare il top-gun, adorerebbe guidare a velocità pazzesche quegli aerei supersonici: lui ama la velocità, gioca un tennis spazientito e veloce, sbrigativo, assolutamente pernicioso per gli avversari. Sarebbe adattissimo ad interpretare il ruolo di Spartacus in un film dove gli ultimi combattono per affermarsi.

Tsonga ed il Tennis

Ha carattere il giovanottone e se c’è da scalare una salita ha sempre nella sua scatola cranica tutto l’armamentario di paletta e piccozza (tradotto qui in determinazione e coraggio) per superarla e per viaggiare ‘sparato’ alla conquista di Gerusalemme. C’è una corrispondenza perfetta tra il suo tennis offensivo e il suo fisico atletico unito al suo temperamento levantino. Mai potrebbe fare il sagrestano o servire messa: è troppo lento lo svolgimento, non fa per lui. Non potrebbe fare neanche l’operatore finanziario: a lui piace operare fisicamente più che sulla carta. Non ce lo vedrei fare l’avvocato, in mezzo ai cavilli burocratici sarebbe perso. Fa bene a giocare a tennis, visto che gioca benissimo e si diverte se vince. Si, perché se perde, esce imbronciato e amareggiato: allora malandrina si fa la zip del borsone che si apre a fatica, e quella racchetta con cui ha perso viene colpevolizzata con lo sguardo e riposta in maniera ruvida nell’apposito spazio. Quella bottiglietta ‘dispettosa’ poi gli sfugge di mano, lo bagna lì davanti e lo fan sembrare un bimbo incontinente e capriccioso. I piedi sono doloranti e lui vorrebbe allentare le stringhe, ma quelle sono laggiù nell’estrema periferia ed è faticosa l’operazione tanto quanto salvare un profugo fuori da un barcone caduto. I fans lì appresso vorrebbero gli autografi ma lui non vede l’ora di andarsene, di fretta; si, la velocità abita sia la sua vittoria che la sua sconfitta. Certo, quando vince va in mezzo al campo e fa quei due o tre balzi avvitati come se fosse risucchiato in un gorgo o vortice di un fiume e con le braccia tese fa il segno della esultanza e della potenza che ha reso possibile il trionfo.

tsonga campione coppa

Non è stato facile per Jo affermarsi nel mondo del tennis: ha vissuto in un periodo di vampiri di successi come Federer, Nadal, Djokovic: sono squali che non fanno prigionieri. Non avrà vinto uno Slam, ma ha vinto tornei importanti ed è stato un buon tennista. Del resto non è necessario diventare santi per essere un buon cattolico, o no? Eppoi Jo, hai una grande metà da raggiungere, prima della fine di questo 2017: hai la finale di Davis da disputare in casa con il Belgio di Goffin: se vincerai la Davis sarai per sempre nella storia del tennis francese. Ti faccio gli auguri in francese: Jo, bonne chance!

Il prof. Giovanni Carnaroli

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