La Pallina da Tennis: dal Tubo al Cesto

Pubblicato da Giovanni Carnaroli


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L’attenzione in genere si concentra sul giocatore, sulla racchetta ed infine sulla pallina! La pallina è un elemento importante, non è un accessorio, è un elemento costitutivo del gioco! Anche la pallina ha insomma una sua vita! Se posso dire così la vita delle palline assomiglia alla vita delle attrici!

La pallina nuova è come una diva, è bella e seducente! Diciamocelo, semplice e splendente, come direbbe la Rettore nella celebre canzone! Come una attrice o una diva è bella da tenere vicino, è bella ad averla in compagnia della mia mano! Una pallina nuova ha tutte le sue cose a posto, il nome in evidenza, le cuciture ben definite che paiono “pences”, si perchè le pences servono a tenere la camicia stretta ed attillata così le cuciture tengono la pallina nella sua perfetta circolarià! Avere in mano o stringere a te una nuova pallina per me è un gesto che sa di erotismo, la senti con la mano nella sua fisicità sferica, il pelo teso, morbido, lucido, il colore luminoso e quel bel odore di gomma! A me piace l’odore di gomma, ad alcuni piace l’odore stordente della benzina, io preferisco l’odore della pallina che rimanda al tennis, sport che io adoro!

La pallina nuova è seguita con attenzione dal proprietario, alla fine dell’ora deve rientrare nel suo habitat, il tubo. Per un tennista che finisce l’ora e perde una pallina ritornare nello spogliatoio orfano di una pallina, con il tubo vedovo di una pallina è come per un assaggiatore di vino aggiungerci l’acqua! Il tennista è così, anche se ha vinto la partita piange la perdita della pallina nuova, e chi gioca a tennis sa che è così! La pallina nuova calca partite importanti, un pò come la diva recita alla Scala, ama essere lanciata in alto e guardata per la trattoria che compie. Insomma quando la pallina viaggia nel campo diventa protagonista, fa la capricciosa e ogni tanto si lancia in una lap dance quando le viene richiesta la figura del lob! Si, perchè poi dall’alto scende giù piano piano, seducente più che mai esibendo tutta la sua sfericità fisica o rotondità!

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Ma purtroppo come per le attici o dive anche per le palline passa il tempo che tutto crea e che tutto disfa! Vero tiranno, il tempo però si può sconfiggere solo con le nostre azioni meritorie, l’egoismo è come se ci seppellisse un’altra volta, la solidarietá, l’altruismo, l’amore, la comprensione ci regalerà il buon ricordo e così con la memoria vinceremo il tempo! I latini dicevano – memento – ma dicevano anche – ave -, la differenza sta nel fatto che l’ave vola nel vento e si perde, il memento resta!

Con il tempo le dive sfioriscono, un po’ come le rose che da fiorite diventano sfiorite, per le donne, tanto legate al mito della bellezza, è difficile reggere al selfie mattutino allo specchio senza annegare nel rimpianto e nella nostalgia che non sempre porta alla rassegnazione ma purtroppo porta qualche volta anche alla depressione! Invece donne ci vuole la comprensione, donne io vi amo per quel che fate e dite, donne siete amabili sempre, credetemi! Certo, per una diva il tramonto è più cocente, dagli altari alla normalità, non è sempre facile! Anche alle palline il tempo toglie la bellezza, lo splendore, pure il nome diventa stinto ed incerto. Il pelo si arruffa, per quanto le pettini restano con i capelli alla Bertè, famosa cantante arruffata di capelli, arruffata per abbigliamento, arruffata di cervello e ne sa qualcosa Borg che l’ha sposata poi l’ha “smash..ata”!

Ma il segnale più evidente del tramonto di una pallina è il passaggio dal tubo al cesto sul carrello! Quando avviene questo significa che sei prossimo alla fine, vai nel cesto, un po’ come i vecchi vanno nei ricoveri ad attendere di morire! La pallina nel cesto:

  • è un numero;
  • è vecchia;
  • è arruffata;
  • è sgonfia;
  • è screpolata nelle giunture e diventa anonima;
  • non ha il nome, giace li può essere una dunlop, una willson, una Head ecc!

Maneggiata con nessun riguardo viene sculacciata malamente da alunni imberbi di tennis, e spesso o finiscono per essere pure abbandonate o mai più’ ritrovate! Alcune palline più toniche nell’aspetto e più gonfie vengono utilizzate nella cartucciera della macchina sparapalle. Lì non c’è nessun contatto umano, la palla viene espulsa dal cannoncino da una mano metallica e va allo sbaraglio in attesa di essere maldestramente colpita da alunni della scuola SAT, ancora troppo improvvidi per colpire la palla a modo! Sono palline da macello, da numero, fanno parte della quantità, lì è importante il “Repetita iuvant” e la pallina è un numero!

Eppure meriterebbero miglior sorte, hanno prodotto tanto tennis, sono state delizia e dolore dei tennisti, avrebbero tanto da raccontare ai ragazzi che si affacciano al tennis! Hanno rappresentato delizia quando sono diventate punto, hanno dato dolore quando sono diventate errore! Si, sono spelacchiate, lente e sgonfie, ma basta saper aspettare e loro ti raccontano, sia pur lentamente, ma anche lucidamente, le partite importanti di cui sono state protagoniste! Non si ricorderanno più il loro nome, Dunlop? Head? Wilson? Ma del tennis si, basta dar loro tempo e loro narreranno le loro favole ai bimbi del tennis!

C’era una volta una pallina bellina e carina, di colore era giallina ma molto anche birichina! Se vogliamo pure sbarazzina che poi divenne fidanzatina di una racchettina! E vissero felici e contenti ! Lo stesso discorso vale anche per i nostri anziani, parcheggiati e rottamati in anonime case di riposo nelle moderne società industriali! Una volta, nella vecchia società contadina l’anziano era un valore aggiunto, la sua saggezza era considerata ed apprezzata. Rimaneva in casa accudito dal figlio o dalla figlia e cosi si completava il cerchio della vita! Diciamo dunque sentitamente grazie ai nostri vecchi e alle vecchie palline. Gratitudine e rispetto!

Palline, vi saluto grazie per tutto il tennis che ci avete regalato, io non dimentico e ve ne sarò eternamente grato!

Con amore e con passione
Prof. Giovanni Carnaroli

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