Perché in Spagna nascono i Tennisti ed in Italia no?

Pubblicato da Giovanni Carnaroli


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Fognini Nadal

La Domanda

Mi rivolgo al dottor Luca Bottazzi: un mio amico, signor Sergio Napoli, mi domanda: “Perché in Spagna nascono i tennisti e in Italia no? Eppure siamo due paesi del sud Europa, siamo neolatini e vicini! Non mi dica che è colpa del calcio perché anche in Spagna è popolarissimo! Allora?“.

Mi rivolgo a lei, dottor Bottazzi che è competente e che può togliersi qualche sassolino dalle scarpe! Grazie!

La Premessa

Il tempo e’ tiranno in certi momenti perche’ si avvicinano le chiusure delle attivita’ in vista delle festivita’ natalizie. Tuttavia non voglio evitare la risposta a patto che da ora in avanti si eviti il Dott., e’ sufficiente per gli amici e gli appassionati Luca Bottazzi.

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Rispondo brevemente sulla questione Spagna anche se si potrebbe scrivere un trattato. Intanto rilevo che la fenomenologia Spagna non riguarda l’eccellenza del solo tennis o calcio, ma abbraccia diverse discipline sportive.

La Spagna non conta come la Francia o la Russia su di un supporto pedagogico ne’ scientifico nelle sue sciole di base nello sport, anche se negli ultimi anni ha registrato notevoli passi avanti. Il suo successo si basa principalmente sul confronto empirico nel gioco da parte di tanti bambini motoriamente dotati.

Pensate un attimo a bambini con destrezza circense impegnati nel gioco a “nascondino” e immaginate che razza di numeri produrrebbero. Ora pensate a bambini piagnucolosi, timorosi di confrontarsi con altri nel gioco e inefficienti sul piano motorio giocare per l’appunto sempre a “nascondino”. Ovviamente sotto gli occhi si manifesterebbero due realta’ diverse.

Ebbene in Spagna il gioco da cortile e la motricita’ spontanea e’ ancora oggi praticata a differenza dell’Italia dove e’ un timido ricordo se non in luoghi asdimilabili alla “cloaca maxima” di Augusto, purtroppo presenti nel nostro paese dove imperversa la malavita. Inoltre in Spagna la densita’ della popolazione e’ riversata al sud e si tratta anche dell’utenza piu benestante della nazione. In altre parole un’Italia geograficamente ribaltata!

Ebbene solo questi fatti garantiscono allo sport iberico materiale di base di prima scelta. Circa il tennis, la Spagna ha tradizione ben piu gloriosa della nostra.

Malgrado ciò e i suoi risultati a breve, entro tre anni, saranno messi peggio di noi vista la mancanza di ricambi.

Chissa’ dove e’ finito il tanto famigerato metodo spagnolo…

Nel Dettaglio

  1. Carreno Busta sta a Nadal come Donati sta a Fognini;
  2. In generale i bambini che si riversano nel tennis sono generalmente gli scarti del calcio tra i maschi e del volley tra le femmine. In uno sport individuale nessun compagno si lamenta dell’incapacita’ di un componente della squadra;
  3. Se una scuola tennis italica dicesse per scherzo “qui e’ una scuola di sport dove prima si fa motricita’ e poi preparazione fisica per diventare atleti” perderebbe minimo il 99% degli iscritti in poche settimane;
  4. Coloro i quali emergono sono talenti che con poca fatica, vista la qualita’ della base, si acreditano al top della categoria under nazionale e pensano di essere fenomeni quando invece sono mediamente sufficienti in ambito internazionale;
  5. I migliori di questi ultimi che vincono da junior nel mondo seguono un percorso da specializzati precoci che porta a un plateau di evoluzione del gioco. In altre parole non seguono un percorso indirizzato al tennis Pro.

Nessuno diventa un grande atleta, nessuno investe su servizio e risposta di livello assoluto anche chi ha i centimetri, nessuno impara l’arte e la scienza del gioco ma si agisce di istinto, nessuno acquisisce i nervi del competitor professionista, ecc.

Le Eccezioni

Ovviamente esistono eccezioni che poi senza sistema non vengono replicate e si dimostrano delle singolarita’ estemporanee.

  1. Infatti l’educazione alto atesina ha consentito ad Andreas Seppi di diventare professionale, chi c’e’ a suo rimorchio come modello?
  2. Forse Paolo Lorenzi che si e’ formato da un’altra parte del territorio, in un’altra scuola?
  3. E Fabio Fognini con quale programma ha sviluppato tale scatto e senso della posizione? Esiste lontanamente un suo omologo?
  4. Come e’ possibile che un giovane che ha vinto Wimbledon juniores (Gianluigi Quinzi) dopo tre anni non sia neanche nei primi 200 ATP?

In ultimo, chiediamoci se e’ mai esistito o esiste un modello italiano comune sull’insegnamento, frutto di ricerca validata a livello accademico usata da figure realmente competenti nel paese?

Se adesso ritorniamo un attimo alle scuole di base ci viene un capogiro.

Le Soluzioni

Qualcuno potrebbe chiedere, ma allora possibile non ci siano soluzioni? La risposta e’ assolutamente si. Quali?

  1. Ebbene, primo bisogna che il sistema abbia come sincero obiettivo venire a capo della situazione e smettere di perpetuare se stesso a prescindere;
  2. Secondo che individui i soggetti sul territorio con reali competenze riconosciute e riscontrabili da anni di lavoro specifico in materia insegnamento/apprendimento prima, coaching poi;
  3. Terzo che conceda un tempo ragionevole e piena fiducia operativa senza interferire con questioni politiche;
  4. Quarto che paghi come si deve queste figure.

Ho concluso e predico che nessuno dei quattro punti verra’ neanche mai lontanamente sfiorato. Perche’ mai dovrebbe farlo?

 

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