Adriano Panatta a Foggia ricorda la Maglietta Rossa in Coppa Davis 1976

Pubblicato da Costantino Montuori


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Da sx Rotice, Panatta, De Finis, Piemotese

Da sx Rotice, Panatta, De Finis, Piemotese

FOGGIA – Si scrive Adriano Panatta, si legge triplete tennistico nell’anno di grazia 1976, segnato dalle vittorie agli Internazionali d’Italia, al Roland Garros, in Coppa Davis. Fu, quella, la prima ed unica Insalatiera d’argento riposta nella bacheca italiana. L’Adriano nazionale, monumento vivente del nostro tennis, è stato accolto a Foggia, tra il 6 ed il 7 aprile, da un pubblico tripudiante. È stato ospite della Facoltà di Sciente Motorie e Sportive presso l’Università del capoluogo dauno e della dirigenza del Centro Universitario Sportivo locale.

Fare gli onori di casa è spettato al giornalista Micky De Finis. Non sono mancati i saluti del Rettore dell’Ateneo, Maurizio Ricci, dell’Assessore regionale allo Sport per tutti, Raffaele Piemontese, del Presidente cussino nonché Assessore comunale alle Attività Economiche e Lavoro, Claudio Amorese e del numero uno in Confindustria di Capitanata, Gianni Rotice. C’è stato spazio anche per l’amarcord nell’Aula Magna di viale Virgilio, pressoché gremita, soprattutto di giovani studenti e di qualche attempato appassionato. Panatta ha riportato alla memoria, aprendone i cassetti, le tappe salienti di una carriera agonistica che lo ha visto issarsi al numero 4 del ranking di singolare e al numero 15 in doppio.

È stato un grande privilegio fare quello che già facevo da bambino riuscendoci anche bene”, ha dichiarato il campione romano. A distanza di quarant’anni dal trionfo in Davis, il già capitano della squadra azzurra, ha avuto parole di apprezzamento per le racchette italiane nel circuito maschile professionistico: “Non bisogna essere troppo severi con i nostri ragazzi”, ha asserito, ricordando come Fabio Fognini veleggi intorno alle prime venti/trenta posizioni nell’attuale classifica ATP.

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Il pubblico foggiano accorso per salutare e applaudire Panatta

Il pubblico foggiano accorso per salutare e applaudire Panatta

Le donne del nostro movimento, poi, occupano posizioni di tutto rispetto su scala internazionale, specie dopo le quattro finali, con due affermazioni, in altrettanti tornei del Grande Slam. Per non dire della finalissima tutta tricolore, la prima in assoluto, agli US Open 2015 tra la brindisina Flavia Pennetta e la tarantina Roberta Vinci. Senza che passino in cavalleria i nomi di Francesca Schiavone, campionessa del Roland Garros 2010 e di Sara Errani, finalista in singolo a Parigi nel 2012, ma anche prima giocatrice al mondo in doppio, sino ad un anno e mezzo fa, in coppia con la Vinci.

Panatta si è soffermato, con tono da narratore consumato, sulle polemiche politiche che accompagnarono la spedizione italiana in Cile prima della finalissima di Davis Cup 1976. C’era, pensate un po’, chi non voleva che l’Italia tennistica incrociasse le racchette con il team cileno, in segno di protesta per la dittatura militare instaurata da Augusto Pinochet nel 1973. “A quei tempi non c’era la tv, c’era la radio”, ha rammentato Panatta a chi lo fotografava con lo smartphone. Forse, anche per questo, il gesto simbolico di indossare una maglietta tutta rossa, nel doppio con Paolo Bertolucci che fece altrettanto, passò quasi inosservato. Fu un omaggio ai colori dei fazzoletti, sventolati in piazza dalle madri delle vittime, cadute sotto il regime dittatoriale.

Secondo me andava fatto e sono fiero di averlo fatto. Era giusto che andassimo”, ha affermato Panatta, con la nettezza di sempre rispetto ad una vicenda, che ha ispirato anche il docufilm di Mimmo Calopresti, uscito nel 2009, con il titolo emblematico de ‘La maglietta rossa’. Prima di salutare la gente, posando per foto e firmando autografi, Panatta ha premiato il vincitore del concorso di idee per la realizzazione del nuovo logo di cui si servirà il CUS FG. Il riconoscimento è andato a Pietro Lionetti, studente dell’Accademia di Belle Arti di Foggia.

Una battuta conclusiva, Adriano Panatta, l’ha riservata alla pratica sportiva nel Belpaese: “Investire nello sport significa investire in salute, finché la Scuola non lo capisce non si va da nessuna parte“, ha chiosato senza girarci intorno. Forse, proprio per far eco al suo credo, ha pensato al progetto-evento ‘Un campione per amico’ per trascorrere, insieme ai bambini delle scuole elementari foggiane, una giornata tutta dedicata all’avvicinamento agli sport individuali e di squadra. In poco meno di mille hanno risposto alla sua chiamata decretando il successo dell’iniziativa. Arrivederci al prossimo Roland Garros quando Panatta sarà tra i premiatori del suo vincitore.

Panatta e Amorese premiano Lionetti vincitore del Concorso per il nuovo logo del CUS Foggia

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