Dopo aver letto l’articolo del maestro Franco De Ambrogio “Il tennis: uno sport per ricchi?“,volevo cercare di approfondire l’argomento esprimendo la mia opinione attraverso la mia realtà.
Io insegno a Napoli quindi al sud. Secondo me il fulcro dell’argomento “Caro Tennis” è il fitto campo, perché se già il campo (dove si gioca) non è accessibile, tutto il resto racchetta, palline, scarpe, abbigliamento) è superfluo.
Voglio sfatare subito un luogo comune che è quello della condizione climatica: anche noi ci siamo dovuti adeguare con coperture perché da noi ormai il tempo è cambiato e chi si è abituato a giocare in strutture coperte non ne fa più a meno. Per quanto riguarda invece i corsi, per offrire e dare continuità bisogna averla perché i guadagni che si perdono nei periodi invernali non si recuperano più e se i figli si fermano non ritornano in primavera. L’unico vantaggio sta nel riscaldamento che non usiamo e quindi i costi sono minori e in alcuni circoli il fitto, anche sotto campo coperto, e’ di 5€ di giorno a persona (max 7 euro con illuminazione).
Mi soffermo molto sul fattore campo perché tutto ruota intorno a questo, nel senso che se ci fossero più campi cosiddetti comunali, le cose andrebbero diversamente. Il primo step per cercare di avvicinare più persone a questo sport sarebbe quello di creare campi di facile accesso, poi tutto il resto viene da se. Ma se una persona per giocare deve fare chilometri per trovare un circolo adatto a tutte le sue esigenze, alla fine rinuncia e quindi opta per la palestra come attività sportiva.
Inoltre nell’articolo del maestro viene citato il discorso racchetta e dell’abbigliamento: questo è un argomento a parte perché va comunque in base al livello. Inoltre, secondo il mio modesto parere, la figura del maestro dovrebbe essere considerata come un anello di congiunzione per la scelta di materiale tecnico. Ad esempio dove sto lavorando quest’anno, in un circolo di provincia, chi fa lezione privata da un maestro o nuovi allievi iscritti alla STA, per la scelta delle racchette si sono affidati direttamente a noi.
Credo quindi che ci sia bisogno di sinergia tra chi gestisce e il maestro, anche se non succede sempre così e questo fa parte un po’ del mal costume di chi frequenta il circolo o si approccia come prima volta al tennis; sta però a chi gestisce ed alla guida tecnica guidare alla scelta l’interlocutore. Spero che ci siano altri confronti su questo argomento che secondo me ha tante sfaccettature.
Un saluto e buon tennis a tutti.