Djokovic e Agassi: Un Matrimonio Impossibile?

Pubblicato da Giovanni Carnaroli

Questo matrimonio non s’ha da fare? A proposito della collaborazione tra Djokovic e Agassi

Djokovic sta ad Agassi come un travet sta ad una popstar! Mai avrei potuto immaginare la prospettiva di una coppia Agassi – Djokovic, tanto sono diversi per cultura , tradizioni e modo di interpretare il tennis! Ma si sa, il tennis è lo sport del diavolo e tutto è possibile! La logica, la previsione non sono la regola nel tennis come nella vita!

Il tennis è la vera metafora della vita: anche nella vita le combinazioni non funzionano sempre, qualche volta anche le ipotesi più originali possono funzionare meglio delle combinazioni più normali! Ad esempio il matrimonio tra Agassi e Stefy Graf sembrava assurdo: lei tedeschina precisina e meticolosa, ordinata che sposa uno yankee, uno stra-americano che più americano non si può! Uno che ha amato anche la bella vita, che ha sposato un’attrice Blue Shields, uno eccentrico ed esibizionista! Invece la coppia funziona, oggi sono una coppia formidabile che ha costruito una bella famiglia e che fa tanta beneficenza senza ostentarlo!

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Dunque può darsi che i due possano intendersi, ma come? Mi ricordava la mia Amica (Pia Barisone, che di tennis s’intende e anche tanto) che Agassi ha grande carisma e personalità e che anche lui ha conosciuto la caduta agli inferi, la crisi che dir si voglia, quando era con quella attrice e frequentava più il bel mondo che i campi da tennis! Per rientrare nel tennis mondiale ha dovuto giocare nei Challenger perché non aveva più la classifica e lo ha fatto!

 

Forse Può dare nuove motivazioni al serbo che comunque ormai ha vinto tutto ed ha 30 anni! I due elementi sono proprio diversi anche antropologicamente parlando: osservando la toponomastica del viso, quello di Djokovic è orientato alla severità e ed è parco nei sorrisi molto più a tono con le smorfie o con un viso tarato allo sforzo e alla cattiveria! Quando ride sembra che finga! Invece il viso di Agassi è tarato sulla gentilezza, il sorriso è il primo ingrediente di quella faccia, è naturale quel sorriso delicato che in genere si fa ai bimbi dell’asilo, con quei dentini piccolini e perfettini è credibile e simpatico! Questo mi vien da dire in un discorso sull’ermeneutica del linguaggio del corpo!

Djokovic è un interprete del tennis monocorde, da fondo campo colpi profondi e veloci inducono l’avversario all’errore pressato com’è sul tempo dall’avversario che assatanato sta sulla riva del fiume ad aspettare il cadavere dello sconfitto che la corrente prima o poi porterà! Lui, interprete del tennis svolto come un bel tema su questo sport; c’è tutto in questo tema ma resta solo un gran bel manuale, insomma non è la Divina Commedia del tennis, manca l’acuto, la gemma che lo rende unico! Agassi invece giocava a tennis ma sembrava che giocasse a ping pong, tanto stava dentro il campo e giocava sempre d’anticipo, ogni colpo guadagnava metri di campo finché l’avversario accorciava e allora avanzava e colpiva al volo non con la volée, in America la volée non esiste, ma con la “sbracciata”, un colpo al volo che somiglia ad un ceffone o sganassone, insomma un colpo di Agassi! Lui è stato un campione e i campioni hanno sempre i colpi particolari e personali: non so, ad esempio il diritto di Pistol Pete, la Veronica di Panatta, il tuffo di Panatta (copiato poi da Becker ma il copyright era di Panatta!), la volée di Mc.Enroe, il servizio di Federer (unico per plasticità e bellezza! Si, altri servono, forse più velocemente di Lui, ma sembra che battano il ferro come il fabbro fa!), Nadal con il suo diritto in top spin unico che porta la palla ad impennarsi ad altezze dolomitiche!

Per tornare al punto, Agassi è stato un giocatore totalmente diverso da Djokovic: lui era veloce nel riprendere il gioco, batteva la palla per terra poche volte poi saettava la palla con il servizio e svolgeva un tennis sempre molto tellurico, terremotato insomma, mai domo fino alla cattura della preda, pardon del punto conquistato a viso aperto, in modo tenace e coriaceo! A volte sfrontato e temerario era molto spettacolare e coreografico con quella capigliatura a mo’ di cespuglio biondo, bardato da una bandana vigorosa e coraggiosa che affrontava quella capigliatura così impertinente e capricciosa che infastidiva ed occupava in modo maldestro la fronte, qualche volta, nonostante madama bandana facesse ordine! Il suo gioco era impulsivo, accettava la sfida con strafottenza tutta americana; non era capace di “fare tennis” conservativo!

Djokovic, invece è l’esatto opposto: lui tarda sempre a riprendere il gioco, si fa dare la pallina per servire e la batte a terra 12 volte prima di servire; in questo è fastidioso più di Nadal che prima di battere compie 6 o 7 gesti con cui si “smutanda” poi si scava la faccia ed infine batte e fa spesso il punto perché alla fine l’avversario s’e addormentato! Djokovic esegue il gioco del tennis come un compito in classe: rallenta lo scambio, accelera improvvisamente e disegna il campo con i suoi colpi, gioca come una macchinetta, un flipper, sempre uguale, non è che sia spettacolare! Io nei miei saggi l’ho definito il giocatore che addormenta e mi sono fatto molti nemici, l’ho chiamato “Dormitrol”! Lui non è sfrontato ma misurato e non rischia l’avventura, è anche prudente e se fosse un alpinista mai farebbe un percorso senza la giusta conoscenza e prudenza. È così prudente che poche volte sbriga “la faccenda” con un colpo al volo ma preferisce finire una palla corta con un colpo vincente a rimbalzo!

Ma è anche sbagliato pensare che sia stupido quel giocatore che, pur potendo, preferisce colpire sempre la palla a rimbalzo e non al volo: sembra semplice ma lì a rete il tennis è diverso: il tempo è un altro e se non ce l’hai quel tempo non è neanche detto che lo impari! Certo, mi diranno, Federer è cambiato nell’ultimo anno e mezzo! Certo ma Federer è Federer e lui è capace di tutto e gli ultimi allenatori sono stati bravi a convincerlo ma non hanno meriti sul suo rovescio d’anticipo o sul suo gioco al volo: lui ce l’ha, lui è Federer, la bellezza!

Allora, detto questo, può Agassi, ad un giocatore di 30 anni, cambiare passo, cambiare il modo di svolgere il suo tennis, di snaturarlo? Mi ricordo che Lendl soffriva molto il fatto di non riuscire a vincere a Wimbledon. Negli ultimi anni per provare a vincerlo andò a Londra molto tempo prima e si racconta di intere giornate di allenamento passate vicino alla rete a fare volée. Voleva mettere anche i colpi al volo nel suo gioco ma per quanto abbia fatto, Wimbledon non l’ha vinto! Morirà con questo rimpianto! Così come Mc. Enroe morirà con il rimpianto di non aver vinto il Roland Garros, il campionato mondiale di tennis su terra rossa! Per un americano vincere su terra rossa il Roland Garros è come dire di essere andati sulla luna! Per loro il campo da tennis è o in erba o in cemento! Per loro il campo in terra è un campo di patate!

Trasformerà Djokovic, il lupo guardingo e prudente ma anche feroce, poco spettacolare, quello chiamato da me Dormitrol, in Fermentitrol, un giocatore serve and volley? Non lo so, ma non escludo sorprese, perché nella vita ho imparato che “niente è impossibile”! Mi ricordo quando a vent’anni andai a fare il militare, la caserma era a Trieste era la “Brigata Sassari”, penso che esista ancora! Entrai lì spaurito, “in terra incognita”; sul muro interno della caserma c’era una scritta cubitale che recitava “l’impossibile subito!”. Ecco forse questa scritta Agassi dovrebbe farla vedere a Djokovic solo così potrà trasformarsi da Dormitrol in Fermentitrol!

Auguri Agassi, mi hanno detto che sarai con lui già a Parigi, ti dò un consiglio: metti quella scritta “l’impossibile subito!” in cima alla Torre Eiffel così per un po’ tutti sapranno perché sei lì!

Il prof. Giovanni Carnaroli

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