Fed, la Spagna dà il segnale di stop all’Italtennis: siamo in B! Ora si deve guardare avanti

Play off Spagna Italia score dei singolari
LLEIDA – Il rosso di Lleida dà il segnale di stop all’Italtennis femminile.
A distanza di diciotto anni, la compagine tricolore di Fed Cup retrocede in Serie B dal World Group dopo l’epopea dei titoli conquistati nel 2006, nel 2009, nel 2010 e nel 2013. Sì, è la fine di un ciclo vincente quanto avvincente, si era detto e lo si sapeva. Rammarico su rammarico è venuto dall’impossibilità di schierare tutte le effettive, sia nel quarto di finale su suolo francese, sia nello spareggio in quello catalano. Capitan Corrado Barazzutti si è visto costretto a mettere in campo una squadra rabberciata, tanto a febbraio quanto in aprile.
Due mesi fa, contro la Franca, è mancato l’apporto, forse decisivo, di Roberta Vinci, assorbita dalla corsa alla top ten. Tra sabato 16 e domenica 17 aprile, la distrazione muscolare patita da Sara Errani, mista al precedente gran rifiuto di Camila Giorgi, hanno disegnato i contorni di una secca battuta d’arresto. Neppure un set conquistato, in tre partite di singolare, con una Francesca Schiavone ancora pimpante a quasi trentasei anni ed una Roberta Vinci, per contro, vittima di un problema tendineo che ne ha minato il rendimento. Anche nel confronto di oggi con la numero uno iberica, Garbine Muguruza, la Vinci ha subìto un doppio break per partita, finendo per essere superata con un duplice 6/2. Sul piano tattico, la racchetta pugliese, ha provato a variare il suo gioco senza, tuttavia, impensierire una Muguruza solida al servizio e nei colpi da fondocampo. Per lei sei vittorie su sei in Fed.
Ruolino di tutto rispetto anche per la Spagna di Conchita Martinez, destinata a recitare un ruolo di primo piano nella massima divisione del Campionato mondiale a squadre in rosa. L’Italia, la sua Federazione, dovranno ripartire da un dato scontato: nell’ipotesi di un doppio ritiro, a fine 2016, di Schiavone e Vinci, oltre a quello di Flavia Pennetta presente in terra di Catalogna, Sara Errani e Karin Knapp non potranno, da sole, cantare e portare la croce.
Ricucire i rapporti con Camila Giorgi, ergo, e con il suo entourage tecnico-familiare sembra una tappa obbligata se non si vuol perdere l’occasione di risalire, da subito, nell’Olimpo del tennis. Il tempo saprà rivelarsi galantuomo. Un ringraziamento, come che sia, va alle azzurre che, in quattro diverse annate, hanno vestito l’iride di campionesse del mondo, rendendo onusto di gloria l’ultimo decennio tennistico nel nostro Paese. Vincere non è mai stata impresa di poco momento, farlo più volte ha significato molto per il movimento nazionale ad ogni livello. Anche per questo e, non solo, grazie ragazze!