LLEIDA – Più Suarez Navarro che Muguruza, più Schiavone che Vinci. Può essere questa la sintesi dei singolari di apertura, disputati sabato 16 aprile nella giornata inaugurale di Fed Cup, valida quale spareggio per attestarsi nel gruppo mondiale della maggiore competizione femminile a squadre.
Sul rosso di Lleida, nel match uno di inizio giornata, Francesca Schiavone ha impegnato per oltre un’ora di gioco Garbine Muguruza, sia pur solo nel primo set. La leonessa milanese, a quasi trentasei primavere, ha rilevato Sara Errani, vittima dei principi di uno stiramento, avvertito negli allenamenti tenuti due giorni fa. Il parziale di avvio si è deciso al tie-break, dopo una girandola di emozioni, vissute fuori e dentro al campo. C’è stato il tempo, infatti, per assistere al malore, avvertito da una persona sugli spalti e per osservare la puntura di un insetto sotto l’occhio destro della Schiavo sul 4-2 per l’italiana. Una serie di errori gratuiti, commessi da Francesca, sia da fondo sia a rete, hanno consentito all’iberica di portare a casa la partita. Nulla da fare nella seconda frazione, archiviata dall’idolo locale con un perentorio 6-0.
Pressoché senza storia, tranne che nei primi sei giochi dell’incontro, la sfida tra due giocatrici dal rovescio ad una mano, in top ed in back, che ancora si ammirano nel circuito WTA. La solidità, anche mentale, palesata da Carla Suarez Navarro, nonostante fosse reduce da uno stop di alcuni giorni, ha avuto la meglio sulla forza di volontà e sul gioco, espresso solo a tratti, da Roberta Vinci superata con lo score di 6-1, 6-1. Va detto che la tarantina, numero 8 al mondo, è ancora reduce da un infortunio, curato poco prima dello spareggio di Fed in terra catalana, che ne ha ridotto la piena mobilità sul piano fisico e, forse, anche la totale fiducia nei propri mezzi tecnico-tattici.
Domani, domenica 17 aprile, Garbine Muguruza disporrà del primo match point a disposizione delle Furie Rosse della racchetta in gonnella. Comunque vada, la due giorni in Ispagna, chiuderà un ciclo irripetibile per il movimento tennistico italiano in rosa.
Realista Capitan Corrado Barazzutti: “Sarà molto difficile, molto complicato”, ha dichiarato il manager azzurro ai microfoni di Supertennis. Raggiante la collega Conchita Martinez, che proprio oggi soffia sulle 44 candeline, stampandosi un doppio sorriso in volto. A noi viene alla mente il motto che, i sostenitori di Francesca Schiavone, impressero sulle maglie celebrative all’atto della vittoriosa finale del Roland Garros 2010: “Nothing is impossibile” vi era scritto. Niente è impossibile e crederci non costa nulla. Anche stavolta.