BARCELLONA – E nove! Dopo il Masters 1000 di Montecarlo è stato il turno di Barcellona. Domenica 24 aprile, Rafael Nadal, ha fatto suo l’ATP 500 catalano. A cadere sotto i suoi colpi è stato il vincitore delle edizioni 2014 e 2015 dello storico torneo, Kei Nishikori, che pure ha fornito una prestazione di spessore.
Il ‘massacratore’ di Manacor sta facendo ritorno, impegno dopo impegno, ai livelli tecnici e fisico-atletici che gli erano valsi allori su allori in lungo ed in largo. È la solidità mentale, in particolare, ad essersi riaffacciata prepotente quasi come nei momenti d’oro della sua carriera. Lo si percepisce dal linguaggio del corpo, dalle smorfie del volto, dai ‘vamos’ urlati con veemenza ad ogni punto chiuso. Il nipponico Nishikori ha fatto quel che ha potuto contro un avversario, apparso a tratti ingiocabile, solido nelle fasi clou, pressoché spietato sulle palle break da capitalizzare per avanzare nello score set.
Un Rafa così, c’è da ammetterlo, non lo si vedeva da settimane se non forse da mesi. Anche e soprattutto al cospetto di giocatori di prima fascia quali possono ritenersi Nishikori e, in parte, Gael Monfils. Non è un caso che il ritrovato, o se volete il ‘nuovo’ Nadal, riesca ad mettere in campo tutti i cavalli del suo rombante motore tennistico quando si trova di fronte avversari di rango.
Da qui hanno preso vita le sue doglianze per non essersi sentito all’altezza delle (sue) aspettative in semi, opposto ad un onesto Philipp Kohlschreiber, finora superato in dodici occasioni su tredici. Allora vale la pena rimarcare, in forma indiretta ma altrettanto positiva, quanto di buono ha saputo esprimere un Fabio Fognini non ancora al meglio della condizione. Il ligure ha parecchio impensierito l’iberico, specie nel secondo parziale del quarto di finale a Barcellona, archiviato solo al tie-break.
La rincorsa alla quarta posizione nel ranking mondiale per Nadal entra, dunque, nel vivo prima del rush finale che conduce al Roland Garros. Magari l’attuale numero uno, Novak Djokovic, non si era lasciato andare ad una dichiarazione diplomatica quando, tempo prima, aveva accordato a Rafa il ruolo di favorito alla conquista dello Slam parigino. Se dovesse presentarsi davvero bene, sul piano fisico e su quello psicologico, Nadal potrebbe farcela ad imporsi ancora in quel di Parigi. Sarebbe il trionfo numero dieci in terra francese per uno degli sportivi più vincenti in circolazione.
Se dovesse continuare così bisognerà riservare al mancino di Spagna un’ala nell’arca della gloria per chi, nello sport, riesce a fare la differenza sempre e comunque. Potrebbe finire in compagnia, a quel punto, di gente del calibro di Francesco Totti, Gianluigi Buffon, Valentino Rossi, Roger Federer, citati in rigoroso ordine anagrafico.
Deciso e risoluto in campo, tenero fuori, Rafa ha riservato un saluto accorato alla madre, presente in tribuna nella capitale della Catalogna, omaggiandola nel discorso di commiato al pubblico durante la cerimonia di premiazione. Un bel pensiero, un bel gesto.