Il Pensato e Mai Detto di due Tennisti in un Match di Tennis

Pubblicato da Giovanni Carnaroli


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C’è un po’ di vento oggi, il cielo è azzurro con macchie di nuvolaglia bianca che rendono la giornata calda ma sopportabile! Ho un match in programma tra poco con un giocatore ostico, ci ho vinto ma anche perso nelle numerose volte che ci siamo incontrati, ma si sa l’ultima partita è quella che si ricorda meglio e quella l’ho vinta io, io me lo ricordo ma anche lui! Bisogna dire che se c’è agonismo e competizione l’avversario è un nemico da sconfiggere e basta, anzi più lo sconfiggi di misura e più dà gusto o soddisfazione!

Lui è un giocatore mancino, un bel problema per almeno due motivi: il primo è relativo alla tattica da usare. Infatti il mancino esegue il diritto dove in genere un destro opera il rovescio, dunque per far fare il rovescio al mancino devi fare un lungo linea!? E questo fa tutta la differenza del mondo, con il lungo linea, di tutto il campo ne rimane una striscia piccola adiacente alla riga, grande è il rischio che la palla finisca nel corridoio, se colpita troppo dietro, magari! Invece con un destro il rovescio lo fai usando 3/4 di campo con un cross da sinistra a destra e con maggiori possibilità di destabilizzare l’avversario. Con il mancino se tiri a destra in cross trovi il diritto con cui riesce a trovare un angolo particolarmente acuto che ti butta fuori campo!!! È una grande differenza! Il secondo motivo è dato dal fatto che i mancini tennisti sono pochi, dunque sei desueto a giocare nuove geometrie di gioco! Comunque lui è mancino ed io no!

Siamo nello spogliatoio, lui è davanti a me, non si parla, già si pensa al match. Si, è così, i match sono match, non conta partecipare ma conta vincere, a qualunque livello! Anch’io mi spoglio, ma io guardo lui , mi vesto guardando lui, tanto conosco a memoria il mio corpo, non metterò le mutande sul viso!! Lui apre la borsa, sbircio, ha il ricambio e 3 tipi di shampoo! Chissà perchè 3 e non 1! Io ne ho uno, ma non glielo dico! È tranquillo, già questo mi dà fastidio, forse perchè io no? Gli arriva una telefonata, risponde affabile ed educato, dall’altra parte gli avranno chiesto con chi gioca perché lo sento rispondere – Con un giocatore bravo, si ma ci conosciamo! -. Questa risposta mi fa arrabbiare, mi sento sminuito, non preso con la dovuta considerazione! Non ho mai pensato tanto di vincere come in questo momento!!

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Lui sciorina un completo rosso fuoco con bandana! Io indosso un classico completo bianco, il più bel colore per giocare a tennis! Il bianco è nel DNA del tennis così come nella corrida lo è il rosso! Lui, ho detto, ha la bandana, odio la bandana, la associo a Nadal quando lo vestivano da pirata con bandana! Dai, su, la bandana è da coatti, al tennista meglio si confà la fascia bianca con il polsino bianco! Che c’entra la pirateria con il tennis! Lui con la bandana va proprio battuto! Diciamo che con la bandana ho una ragione in più per volerlo battere! Le palline chi le mette? Le metto io così scelgo la marca e sono nuove! Le palline sono come le donne: prima bisogna conoscerle per evitare sorprese, specie in questi tempi, capisci a me!

Si va in campo! Campo classico in terra, il repertorio vuole che i due giocatori attrezzino i rispettivi punti di riposo fatto da panca appoggia borsone, da sedia per giocatore! Si sguainano gli asciugamani, il mio è bianco, in tono con tutto il mio bianco, lui invece ha un asciugamano con una scritta provocatoria e, secondo me, di cattivo gusto perché recava questa scritta – Hasta la Victoria siempre! -. Sarebbe come augurare la sconfitta a me, ma ci sta! Palleggio di riscaldamento, lo faccio muovere, è agile, è dimagrito rispetto ad un mese fa, io? No, assaggio il suo rovescio, non è potente però velenoso, in back spinto, con quel “vai” che grida alla palla! Il diritto è disastroso per me, non lo leggo, lui tira a destra ed io vado a sinistra, lui tira a sinistra ed io vado a destra! Ma la vecchiaia non portava la saggezza? Forse porta la “coglioneria”? Gli faccio una smorzata, lui neanche la guarda e mi manda oltre un’altra palla con una espressione di supponenza che a tal visione l’unica idea che ti viene è quella di sopprimerlo come in Gomorra!

Partita, chi batte? Facciamo il sorteggio con la mano, bim bum bam dispari dice lui, io metto 4, lui mette 4 ma un ditino all’ultimo sparisce, torna dalla mamma mano e così è dispari e vince lui! Mi chiedo, se “frega” già per battere, quanti punti mi “fregherà” durante la partita? Batte forte, mi arriva una palla come una onda alta con il vento, è l’effetto della palla arrotata, la colpisco all’altezza del naso e non va bene! All’altezza del naso vicino ci sta una bocca da baciare o un fazzoletto per pulire, ma la palla no! Ma c’era la palla che mi ha scavalcato il naso e la testa, fiondandosi sulla rete di protezione e incastrandosi lì in alto! Non l’ho presa, la vado a raccogliere lì dov’è finita, non c’arrivo, devo saltare e con la racchetta atterro la palla, mi ci vuole un po’ e lui da laggiu’ guarda divertito, e questo mi fa tanto arrabbiare!! Naturalmente il tiro sparato era stato accompagnato con un “Vai” imperioso!

La partita va avanti in realtà equilibrata, c’è uno scambio lungo, lui fionda diritti e rovesci da mancino ed io da destro mi difendo con opportune unghiate alla bisogna! Faccio come i gatti che sembrano perdere ma alla fine vincono! Lui sempre accompagna il tiro con quel “E vai!” Ed io di rimando dentro di me “Ma va a …”. Dopo 24 “E vai” e “Ma va a..” vince il mio “Ma va a..” ! Cambio campo, ma prima riposo, seduti sulle rispettive sedie, lui apre la bocca per un diluvio di ennervit, io invece mastico un panino all’olio con pepe ed olio! Si, è l’integratore anni 50, si chiama “pampinella” me la preparava la nonna, ora me la preparo io a casa! Io nel borsone ho tre “pampinella” mica 3 shampoo! È uno scontro tra “pampinella” ed ” ennervit”, e alla fine vince nettamente la “pampinella”! Grazie nonna, nello spogliatoio allo sconfitto con bandana ed ennervit non basteranno tre shampoo per “sciacquarsi “la sconfitta!

Con tanta “pampinella” e con tanta soddisfazione!

Prof. Giovanni Carnaroli

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