Quando un Tennista “Scioglie”?
Il verbo sciogliere, nel tennis, ha un significato ben preciso in italiano: interrompere l’impegno.
Ci sono tantissimi motivi per i quali un giocatore “scioglie”:
- Non trova il sistema per poter vincere;
- Ha dei problemi fisici;
- Subisce delle condizioni climatiche che non sopporta (caldo);
- Non riesce fisicamente ad impegnarsi per stanchezza;
- Gioca in un torneo che non lo diverte;
- Non vuole per nessun motivo dare la soddisfazione all’avversario di perdere onorevolmente;
- Non vede l’ora di tornare a casa dalla fidanzata/o;
- Fa finta! Questo è l’atteggiamento più pericoloso.
Come vedete ci sono tante varianti al fatto che un tennista, di qualsiasi livello, sospenda il suo ardore agonistico per cercare di “portare a casa il match”.
Chi ha giocato tanto a tennis può testimoniare di aver avuto avversari che, ad un certo punto della partita, si sono arresi e qualcun altro può raccontare di aver “sciolto” per i più disparati motivi. I romani talvolta dicono “ahò, non me andava più de giocá“, i veneti: “Ciò non gh’avevo più stimoli“, i siciliani: “Minchia mi rubava tutte le palle!“. Fantastico, cosa ne ho sentite nella mia carriera!
Vi invito invece a fare molta attenzione allo “scioglimento tattico”, ciò quando l’avversario FA FINTA.
Di che cosa si tratta?
Credo che a qualcuno dei miei lettori sia accaduto ciò che spesso è successo a me. Durante una partita, vi trovate in vantaggio e notate che l’avversario esegue colpi strani, non si muove più e dà tutta l’impressione di “sciogliere” (non impegnarsi più). State molto attenti! Succede che il furbacchione dall’altra parte della rete ve lo voglia far solamente credere. Prova colpi “improbabili” come smorzate impossibili, tira vincenti a velocità a lui non congeniali, serve due prime palle ecc…
Solitamente accade nel secondo set, sia a favore che a sfavore.
Questo comportamento destabilizza il giocatore avversario che invece vorrebbe concludere la partita in maniera congeniale.
Gli toglie il ritmo e la concentrazione ed all’improvviso, d’incanto, si rimette a giocare con impegno. Quando ve ne accorgete, vi trovate sotto la doccia a chiedervi: “ma cosa è successo?”. Fantastico! Siete caduti nella rete. Il tennis è talento, intelligenza tattica, preparazione atletica ma anche scaltrezza, talvolta, al di là della sportività.
Ho sempre consigliato ai miei allievi di non guardare che cosa sta combinando l’avversario, cosa dice, che versi fa. Concentratevi sempre sul vostro gioco e, se l’avversario vi regala dei punti, prendeteli come “manna dal cielo” ma non abbassate la guardia (linguaggio pugilistico).
Un esempio italiano di giocatore che sembrava sempre che non vedesse l’ora di andare a casa è Corrado Barazzutti. Si lamentava in continuazione, testa bassa, racchetta a penzoloni. Tutto dava a pensare che non volesse più andare avanti ma, spesso, due set a zero sotto, si tirava su le maniche e ricominciava il suo match portandolo a termine con successo al quinto.
Un’altra esempio, più attuale, è l’ucraino Dolgopolov, in questo momento impegnato al torneo di preparazione agli Australiani Open che si sta svolgendo a Perth. È sempre “scazzato” (si può scrivere?). Sembra che non gliene freghi niente di vincere. Gioca strano, ride, è strafottente. Pessimo elemento da incontrare. Non si sa mai se ha voglia di giocare o no.
I top ten preferiscono evitarlo. Dicono che è una “mina vagante”. Comunque, tanto di cappello, gran giocatore e gran talento.
Spero di avervi dato un’idea di ciò che può accadervi in un torneo. Quindi,
SEMPRE ALLERTA!!! Chi scioglie talvolta…sembra.
Auguri di buon anno a tutta la community di Fare Tennis.