Finalmente mi occupo del tennis femminile. Lo avevo promesso e le promesse si mantengono.
Non ci sono dubbi, il livello tennistico femminile è nettamente migliorato negli ultimi 20 anni rispetto al maschile. Il gentil sesso in generale serviva nettamente più piano di adesso. Giocava meno a rete (se mi sente Martina Navratilova) e si muoveva più lentamente. Ora, addirittura, c’è chi preferisce assistere ad un match femminile piuttosto che vedere una guerra di servizi tra maschi.
Ma andiamo per ordine facendo un passo ancora indietro. Ai tempi di Lea Pericoli il tennis femminile era inguardabile. A piccoli passi sono cominciate a spuntare delle ottime giocatrici che hanno tirato su il livello grazie anche a sfide epocali tra poche tenniste di grande talento e personalità.
Hanno cominciato Martina Navratilova e Chris Evert. Due tenniste dal gioco diverso che garantivano un grande spettacolo: la prima, meravigliosa attaccante mancina dotata di un gioco di volo delizioso. La seconda, elegantissima sia come persona che come gioco. Rovescio a due mani profondissimo e diritto piatto molto preciso.
Spuntano all’orizzonte a disturbare questa perenne sfida due ragazzine. Una tedesca e l’altra Argentina. Rispondono al nome di Steffy Graf e Gabriela Sabatini. Steffy possedeva un gioco di gambe impressionante, un diritto devastante che riusciva ad andare a colpire anche all’estrema sinistra del campo giocando perfettamente sia l’inside in che l’inside out. Gabriela, bellissima, corpo statuario, oltre a servire bene, era dotata di un ottimo attacco di rovescio alla Yannik Noah seguita da un eccezionale gioco di volo. Ricordo di aver giocato con lei ad Alessandria durante il torneo internazionale ITF under 18 che organizzai nel circolo dove lavoravo. A 14 anni dava del filo da torcere alle diciottenni.
L’era femminile successiva a Navratilova ed Evert porta quindi la firma delle campionesse Graf e Sabatini. Partite indimenticabili con grande intensità agonistica (specie da parte della Graf). La Sabatini a volte aveva bisogno dello psicologo Phil Lohere per risolvere dei problemi di scarsa fiducia in se stessa.
Per arrivare ai giorni nostri non si possono dimenticare la sfortunata Monica Seles, che ha terminato la sua carriera al top del seeding mondiale, a causa di un’aggressione da parte di un pazzo che, al cambio campo, la accoltellò alla schiena in maniera talmente grave da stroncarle la carriera. Sicuramente indimenticabili le belghe Kim Cljisters e la regina del rovescio ad una mano Justine Henin che vidi personalmente giocare a Parigi quando erano bambine.
Ho tralasciato indubbiamente qualche nome illustro. Ma, in questo modo, per chi ha seguito il tennis femminile in questo lasso di tempo, si renderà conto che siamo arrivati ora a dei livelli mostruosi con le Williams, non solo Serena, la Sharapova, le nostre italiane, Pennetta in testa ed uno stuolo di tenniste che servono fino a 200 Km orari e giocano a ritmi impensabili prima.
Tutto ciò dovuto ad una preparazione atletica meticolosa, ad allenamenti quotidiani sotto la supervisione di coach eccezionali, ad una curati sisma dieta personalizzata ed a sedute psicologiche curate da psicologi specialisti dello sport.
Spostandoci a livello di club, noto che, rispetto ad una volta, le donne giocano molto meglio e si allenano talvolta come delle professioniste.
Spezziamo quindi una lancia a favore del popolo tennistico femminile che nel giro di qualche decennio ha ribaltato la propria posizione portandosi quasi a livello maschile come audience nei principali tornei del mondo.
Brave!!!
Un saluto da un vecchio maestro.
