Ma il Tennis è Matematica?

Pubblicato da Giovanni Carnaroli


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Il tennis è matematica? Boh! Io odiavo la matematica fin dalle elementari ma adoravo giocare a tennis già allora, per strada con racchette di legno! Per me la matematica era imparare a memoria le famigerate tabelline a memoria che io non volevo imparare! Mio padre a tavola all’improvviso mi chiedeva “tre per quattro” ed io non rispondevo, mi incupivo e rendevo il piatto a mia madre, non mangiavo per protesta! E questo non mi è capitato giocando a tennis, mai! Se mi dicevano “prendi questo diritto” io, di risposta, facevo un rovescio vincente, spontaneamente.

No, no, il tennis per me mai è stata matematica! Le percentuali, l’angolo di incidenza della palla sul campo… Il numero di ace e di break rappresentano senz’altro la massima sintesi, senza margine di opinione. Ma c’è un problema poi di visione e di interpretazione che è forse più importante dei numeri: qui entra in campo l’ermeneutica, l’interpretazione della figurazione tennistica che è varia ed unica; può sembrare identica ma mai simile è!

Cerco di spiegarmi meglio: se davvero il tennis fosse matematica allora perché può vincere anche il giocatore che conquista meno punti complessivi? L’esperto Luca Bottazzi ha detto: “Nel gioco del tennis ogni punto ha il suo peso specifico, non tutti i punti hanno la stessa valenza!”. “Giusto!”, dico io! Anche nella vita è così: non tutte le nostre azioni hanno la stessa importanza, per questo si ama definire il tennis la metafora della vita! Se io non avessi mai visto Nadal e neanche Federer, ma avessi sotto gli occhi tutta la matematica della loro carriera avrei anche la presunzione di dire di aver capito quali giocatori siano mai stati? Assolutamente no, eppure ho tutti i dati, precisi: ecco che la matematica ha bisogno di sorella narrazione, di sorella ermeneutica che ci porta a descrivere non la realtà ma semplicemente ciò che noi vediamo.

Emanuele Kant diceva: la realtà non esiste, esiste solo la nostra interpretazione dei fatti. La narrazione, la letteratura hanno più strumenti della matematica per descrivere i campioni dello sport, in questo caso del tennis.

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Rafa Nadal

Osservare il corpo di Nadal quando gioca è qualcosa di veramente speciale per gli occhi, ma anche per uno scrittore: c’è tutto un linguaggio del corpo che è una vera ‘fabula’: quel modo unico di entrare in campo, corre zigzagando come faceva Tomba tra i paletti, quella bandana piratesca che sembra una dichiarazione di guerra, quel modo di affrontare lo sforzo agonistico gonfiando il petto come quel patriota spagnolo che offriva il petto al proiettile dei franchisti morendo orgoglioso per una giusta causa, durante la guerra civile di Spagna. Anche Nadal gonfia il petto e le narici si aprono a tutto volume ed aspirano aria ‘a tutta canna’, quell’aria che diventa propellente per l’erculea azione.

Mi ricorda quando da bambino stavo con il contadino sul carretto trainato dai buoi, il carretto era carico delle cassette dell’uva, pesanti erano e numerose, complessivamente i buoi avevano un gran peso da trainare: me le ricordo, povere bestie che sbuffavano, con gli occhi che ti regalavano uno sguardo disperato e quelle narici che sbuffavano come un treno a vapore e che si gonfiavano, avide di catturare più aria possibile, quell’aria che era il loro combustibile bio!

Il colpo del diritto in top-spin è assolutamente unico e la matematica lo definisce con la seguente pagella:

Velocità media del dritto:

  • Nadal: 143 kmh
  • Sampras: 122 kmh

Rotazione media del dritto:

  • Nadal 3400 rpm (max 5000)
  • Sampras: 1850 rpm (max 3400)

Ma non sarebbe interessante anche la visione di quel colpo? Inarca il tronco e il braccio fa uno scatto che a dire repentino non basta, come quel cowboy che esegue un lancio per accalappiare il puledro indomito! C’è una differenza: il cowboy lancia il laccio che nel percorso si arrota in aria, la palla così lanciata da Nadal s’arrota e esplode una volta toccata terra, alzandosi in volo come rondine atterrita! Tutto questo la matematica non lo descrive e non lo può narrare!

E il servizio di Federer? Mi potrà bastare sapere che Federer è uno dei più prolifici esecutori di ace, vicino a Karlovic? Con la narrazione posso dire che vedere o osservare servire Federer è una lezione intorno al tema della bellezza. Ma non è la bellezza di un quadro, la bellezza di una cattedrale, no, è il corpo umano che esprime forza, vita, ma anche bellezza! Batte la palla per terra? No! Lui la ‘mette a terra’, quasi per tranquillizzarla, come fa la mamma che appoggia il bimbo per terra, rassicurandolo appena fuori dal ‘nido’, la mette a terra questa palla e sembra che le dia la carica; il peso del corpo è in avanti e lo sguardo e rassicurante e speranzoso, direi paterno! Poi lancia palla nell’alto dei cieli e tutto il corpo sta ‘caricato’ o inarcato all’indietro con grande grazia, non c’è la ‘gravezza’ dello sforzo, poi tutta la forza così conquistata la scarica in avanti e la palla va dove deve andare in missione, laggiù; la palla che proiettile è diventato colpisce un punto del campo, una nuvoletta di terra rossa si alza: brutto segnale meteo per l’avversario! La palla va e ‘lasciala andare’, direbbe Orietta Berti, tanto quella non si fa prendere.

Federer tennis Smash

Ma poi la matematica mai descriverebbe Federer dopo uno scambio furioso che si sistema un capello che ha sulla fronte fuori posto e si toglie con ‘nochalance’ quelle due gocce di sudore impiegando due dita della mano in maniera lieve, quasi come lo sarebbe un sospiro di un innamorato non corrisposto! Come fa la matematica a mettere tutto questo nel numero? Ma questo non è il superfluo, non è il contorno, è la sostanza, è il quadro!

La matematica è la cornice! Anche nella vita è così: quando c’è un fatto non esiste solo la nostra interpretazione del fatto, l’interpretazione è come il colore per il pittore! La vita è una rappresentazione degli umani che sono uno nessuno e centomila, vero Pirandello? E forse ha ragione Sigmund Freud che nel libro “L’interpretazione dei sogni” ci dice che tra il sogno e la vita reale c’è un nesso? O il sogno è un mare di fantasia? Forse viviamo un sogno? Ma la vita è un sogno? Sogno o son desto? Nel campo degli affetti e del sentimento la matematica non riesce ad essere neanche una cornice, la sostanza lì del sentimento è esplosiva, direi felicemente invasiva!

Buon tennis a tutti quelli che lo vogliono riassunto nei numeri ma anche a coloro che lo vogliono narrato, il tennis è di tutti e per tutti, belli e brutti, purché sportivi!

Giovanni, due per tre? Ah, la matematica non sarà mai la mia passione anzi sicuramente rimarrà una ossessione!

Il prof. Giovanni Carnaroli

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